Relazione incidente grave (070430G0) - Rodolfo Saccani
Data: 30 Aprile 2007
Località: Valcava/Torre De Busi, tra le province di Lecco e Bergamo
Vela: Nova Ra Taglia M, DHV 2
Imbrago: SupAir ProFeel XC dotato di sistema di espulsione pneumatica del paracadute di soccorso "cylindricone"
Premessa:
Questo incidente è particolarmente significativo perché coinvolge un certo numero di piloti competenti ed esperti, tutti tratti in inganno nella valutazione delle condizioni meteorologiche.
Profilo del pilota:
Esperienza ultra decennale, abilitato al trasporto del passeggero (12 anni di volo, 930 ore, 240 voli in biposto), esperto conoscitore dell'area di volo con all'attivo numerosi voli di cross nell'area, vola con una frequenza molto alta (anche quotidianamente, compatibilmente con le condizioni meteo).
Condizioni meteo:
Nel corso della giornata alcuni temporali lambiscono l'area tanto che la giornata non è considerata volabile e alcuni piloti, tra cui quello infortunato, si intrattengono in atterraggio esercitandosi in gonfiaggi a terra.
Nel tardo pomeriggio le condizioni migliorano, il vento cala fino ad arrestarsi, non sono più visibili cumuli. L'apparente disfacimento di quelli presenti nel pomeriggio genera una stratificazione grigio uniforme apparentemente innocua ma che rende invisibili i sovrasviluppi retrostanti.
Quello che i piloti non vedono è che in un'area non molto distante ma non visibile dal versante dell'atterraggio, si sta formando un temporale.
Con il senno di poi almeno un pilota ricorda alcuni segnali che si rammarica di aver sottostimato: due o tre gocce d'acqua in decollo e un refolo di vento da monte poco prima del decollo del primo pilota.
Dinamica:
Verso le ore 16.30 un gruppo di cinque piloti, tutti o quasi di esperienza decennale e conoscitori dell'area, viste le mutate condizioni meteo decidono di salire in decollo per una planata serale. Dal racconto del pilota infortunato:
"Rammento il consueto panino nella prudente attesa che i cumulotti si smontassero, e la certezza che verso le 16, una volta pronti in decollo, sarebbe stata una semiplanata in allegra compagnia."
Decidono di decollare da un prato alla stessa quota del decollo ufficiale di Valcava ma esposto ad ovest. Il decollo è in totale assenza di vento, l'esposizione del prato non consente di vedere il cielo nei quadranti est e nord. Si verificherà successivamente che la calma di vento è dovuta alla posizione di sottovento rispetto al vento di caduta che il temporale non visto ha iniziato a generare. Un primo pilota decolla e poco dopo si trova investito dal vento, impegnato nel controllo del mezzo non riesce ad avvisare via radio il secondo pilota già pronto al decollo. Il primo pilota riuscirà a portarsi nella valle di Caprino Bergamasco e riuscirà ad atterrare incolume seppur indietreggiando. Il secondo pilota dopo il decollo viene investito dal vento in aumento e viene rapidamente trascinato nella stretta valle di Torre De Busi. Dal racconto del pilota infortunato:
"Cinque minuti dopo, mentre sbigottito scendevo a -5, mi sarei trovato a gestire l'atterraggio in condizioni di vento proibitive, tra i forti rotori causati dalla morfologia dell'unico prato che ero riuscito a raggiungere, e cioè quello di Torre de Busi [...] Il fatto che quel giorno avessimo inoltre sciaguratamente scelto come decollo un bel prato, che però non è quello ufficiale, e dal quale non si ha certo la visibilità che offre quest'ultimo, ha sicuramente contribuito all'accaduto.Fatto sta che gli ultimi metri vissuti in quel maledetto Venturi e poco prima dell'impatto, ho pensato di sparare l'emergenza, ma ho anche cercato d'immaginare quali sarebbero state le conseguenze di siffatta scelta con tale intensità di vento ed in un contesto di discendenza già così marcata di suo; rammento di aver pensato per un attimo di buttarmi in pianta, conscio che più quota avessi perduto, e più problemi avrei dovuto affrontare.Purtroppo i momenti passano veloci in certe situazioni, soprattutto quando ci avvicina a terra con simili tassi di caduta, e l'ultima cosa che ricordo è di aver raggiunto la quota delle ultime chiome, prima di sentirmi letteralmente precipitare. Non un rumore di chiusura, e nemmeno un possibileintervento a quelle quote, soprattutto dopo che già durante il brevissimo volo la vela mi era sembrata non voler rispondere assolutamente ai comandi, con i freni che lavoravano a vuoto nel tentativo di gestire un mezzo più simile ad uno straccetto che ad un parapendio, quasi senza alcuna pressione interna.Poco dopo una gran botta, l'impossibilità di raggiungere la radio ma il telefono a portata di tasca e, complice l'adrenalina, l'allarme lanciato agli amici in decollo ..."
La radio non era raggiungibile, per fortuna il telefono cellulare lo era. Questo ha consentito di chiamare i soccorsi prima di perdere conoscenza fornendo informazioni utili a circoscrivere l'area di ricerca.
I seguenti dati sono ricavati dalla traccia gps:
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durata del volo: 7 minuti
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distanza proiettata tra decollo e atterraggio: 4,1km
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dislivello decollo-atterraggio: 814 m
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velocità media/massima: 19/69 km/h
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max/min vario: 2,5/-5,3 m/s (valori mediati su un intervallo di almeno 5 secondi)
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quota sul terreno dell'ultimo punto registrato prima dell'impatto: circa 22 metri
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tasso di caduta dell'ultimo tratto della traccia: circa -2m/s
L'ultimo punto è stato registrato a 22 metri dal terreno, si suppone che il gps si sia spento nell'urto.
Esito:
Bacino fratturato in più punti, in uno di questi scomposto (la parte sinistra del bacino ha subito i danni maggiori ed è risalita di alcuni centimetri), spalla destra lussata e fratturata, alcune costole rotte, un polmone forato da una costola. A detta dei medici solo la corporatura particolarmente robusta ha scongiurato un esito fatale.
Dinamica dell'impatto:
Presumibilmente la caduta è avvenuta per stallo o chiusura a causa dei rotori generati dagli alti alberi investiti dal forte vento incanalatosi nella valle. Dai dati ricavati dalla traccia gps è si ricava che la caduta sarebbe avvenuta da una quota inferiore a 22 metri, difficile però stabilire di quanto. Se il tasso di caduta dell'ultimo tratto della traccia (-2m/s circa) si fosse mantenuto costante, nell'arco di 5 secondi avrebbe perso altri 10 metri. Si può quindi supporre che la caduta sia avvenuta da una quota compresa tra i 12 e i 22 metri.
Il pilota non ricorda di essere uscito dall'imbrago, probabilmente era ancora seduto al momento dell'impatto: gli arti inferiori non hanno infatti riportato il minimo danno.
Da un'analisi dell'imbrago è emerso che la fibbia metallica di una delle due cinghie che tengono in posizione il dispositivo cylindricone risultava rotta. E' credibile che la rottura sia avvenuta a seguito dell'impatto: in tal caso il cilindro sarebbe stato libero di arretrare verso il lato sinistro del bacino del pilota. Questa possibile ricostruzione coincide con i danni subiti dal pilota.
Da una simulazione effettuata sedendosi nell'imbrago e facendo arretrare il cilindro sul lato sinistro si è evidenziata, come prevedibile, una spinta verso l'alto del lato sinistro del bacino con sbilanciamento della parte alta del corpo verso destra. Anche questa possibile ricostruzione coinciderebbe con i danni subiti dal pilota (spalla destra fratturata e lussata). Si può comunque ritenere ritenere che l'impatto sulla spalla opposta sia semplicemente effetto di rimbalzo dopo una caduta non simmetrica ma in rotazione.
Considerazioni finali:
In tutti i casi, a maggior ragione in situazioni dubbie, è fondamentale poter valutare la situazione meteo nel suo complesso. Nella zona di Valcava è prassi piuttosto frequente in condizioni meteo dubbie andare in cima al passo per valutare la situazione meteorologica con una visione a 360 gradi prima di recarsi in decollo. Quel giorno, nella convinzione che ormai i fenomeni temporaleschi fossero cessati, questa precauzione non è stata ritenuta necessaria.
L'esperienza e la conoscenza del luogo possono aumentare il livello di confidenza nelle proprie capacità facendo abbassare la guardia rispetto ai pericoli. Questo atteggiamento in alcuni casi può portarci a sottovalutare i rischi: nella maggior parte dei casi in cui si abbassa la guardia le cose vanno bene comunque, questo può innescare un circolo vizioso che falsa la percezione del rischio. Il fatto che in situazioni analoghe non si siano verificati inconvenienti non è un'informazione significativa: basta una volta.
Tenere a portata di mano radio e telefono cellulare è una misura precauzionale che può facilitare la richiesta di soccorso e ridurre i tempi di intervento, cosa che può rivelarsi decisiva.
Nonostante la ricostruzione della dinamica dell'impatto abbia evidenziato una credibile ipotesi di arretramento del dispositivo cylindricone compatibile con i danni fisici, si ritiene che se la fibbia non avesse ceduto la dinamica sarebbe probabilmente stata diversa ma le conseguenze sarebbero comunque state gravi. E' chiaro che in urti di questo tipo la presenza di materiale rigido sotto la seduta rappresenti un pericolo. Trattandosi di dispositivi per la sicurezza non è intenzione di questa commissione dare raccomandazioni generali in merito all'uso degli stessi: ogni pilota è invitato a fare un proprio bilancio tra rischi e benefici.
Fonti:
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Le informazioni circa la situazione meteorologica così come poteva essere percepita dall'atterraggio e dal decollo sono state fornite dalle testimonianze dei piloti presenti.
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Le informazioni circa la situazione meteorologica su scala più ampia sono state raccolte dall'archivio storico del radar meteorologico e dalle testimonianze di persone che in quel momento si trovavano in zone che consentivano una visuale migliore della situazione nel suo complesso.
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L'analisi dell'imbrago e del dispositivo cylindricone è stata effettuata in data 8 luglio 2007 con il supporto del pilota infortunato e di Giordano Comelli, titolare della ditta produttrice del dispositivo.
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I dati del volo sono stati ricavati dalla traccia gps fornita dal pilota infortunato.
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La differenza di quota tra l'ultimo punto gps e il punto di impatto è stata ricavata mediante una successiva misura della quota gps del terreno eseguita sul punto di impatto.
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Referto medico emesso in ingresso al pronto soccorso: "FRATTURA DI BACINO (frattura scomposta branca ileo ed ischiopubica sinistra, frattura ala sacrale sinistra, diastasi sincondrosi sacroliliaca destra, frattura composta branca ischiopubica destra), LUSSAZIONE E FRATTURA SPALLA DESTRA, PNEUMOTORACE DESTRO."
Rodolfo Saccani
Commissione Sicurezza FIVL
Tel: 3355844936
e-mail: sicurezza@fivl.it